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Cos'è il PNRR

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

L’Unione Europea ha risposto alla crisi pandemica con il Next Generation EU, un programma di portata e ambizioni inedite, che prevede investimenti e riforme per:

  • accelerare la transizione ecologica e digitale;
  • migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori;
  • conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è uno dei due strumenti del programma Next Generation EU. Per l’Italia le risorse stanziate nel PNRR sono pari a 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto.
La pandemia è sopraggiunta in un momento storico in cui era già evidente e condivisa la necessità di adattare l’attuale modello economico verso una maggiore sostenibilità ambientale e sociale. 

La pandemia di Covid-19, e la conseguente crisi economica, hanno spinto l’UE a formulare una risposta coordinata a livello sia congiunturale, con la sospensione del Patto di Stabilità e ingenti pacchetti di sostegno all’economia adottati dai singoli Stati membri, sia strutturale, in particolare con il lancio a luglio 2020 del programma Next Generation EU (NGEU). Il NGEU segna un cambiamento epocale per l’UE.
La quantità di risorse messe in campo per rilanciare la crescita, gli investimenti e le riforme ammonta a 
750 miliardi di euro, dei quali oltre la metà, 390 miliardi, è costituita da sovvenzioni. Le risorse destinate al Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF), la componente più rilevante del programma, sono reperite attraverso l’emissione di titoli obbligazionari dell’UE, facendo leva sull’innalzamento del tetto alle Risorse Proprie.
Queste emissioni si uniscono a quelle già in corso da settembre 2020 per finanziare il programma di “sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza”.

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Il PNRR: maggiori informazioni

L’iniziativa NGEU canalizza notevoli risorse verso Paesi quali l’Italia che, pur caratterizzati da livelli di reddito pro capite in linea con la media UE, hanno recentemente sofferto di bassa crescita economica ed elevata disoccupazione. Il meccanismo di allocazione tra Stati Membri riflette infatti non solo variabili strutturali come la popolazione, ma anche variabili contingenti come la perdita di prodotto interno lordo legato alla pandemia. I fondi del NGEU possono permettere al nostro Paese di rilanciare gli investimenti e far crescere l’occupazione, anche per riprendere il processo di convergenza verso i Paesi più ricchi dell’UE.

L’accesso ai finanziamenti del dispositivo europeo di Ripresa e Resilienza (RRF) è condizionato al fatto che i Piani nazionali (PNRR) includano misure che concorrano concretamente alla transizione ecologica per il 37% delle risorse e che, in nessun caso, violino il principio del Do No Significant Harm (DNSH), ossia non devono arrecare un danno significativo all’ambiente (Regolamento UE 2021/241).

Gli interventi del PNNR non devono arrecare danno a nessuno dei seguenti obiettivi ambientali:

  • mitigazione dei cambiamenti climatici;
  • adattamento ai cambiamenti climatici;
  • uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine;
  • transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti;
  • prevenzione e riduzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua o del suolo;
  • protezione e ripristino della biodiversità e della salute degli eco-sistemi.

Il nuovo PNRR modificato con Decisione del Consiglio UE l'8 dicembre 2023 ammonta a 194,4 miliardi di euro (122,6 miliardi di prestiti e 71,8 miliardi di sovvenzioni) e comprende 66 riforme, sette in più rispetto al piano originario, e 150 investimenti. Rispetto alla dotazione iniziale di 191,5 miliardi, l'aumento è dovuto a 2,76 miliardi come contributi a fondo perduto (sovvenzioni) per la realizzazione del RePowerEU e 145 milioni a seguito dell'aggiornamento del contributo finanziario massimo.

È stata prevista una nuova Missione 7 dedicata al REPowerEU. La Missione 7 contiene cinque nuove riforme e 12 nuovi investimenti volti a conseguire gli obiettivi del piano REPowerEU per rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossi russi ben prima del 2030. Sono inoltre stati previsti cinque investimenti rafforzati nell'ambito di misure pre esistenti.

Il PNRR comprende 145 misure nuove o modificate, tra cui quelle del capitolo dedicato a REPowerEU. Le modifiche al PNRR dovute a circostanze oggettive riguardano 96 misure: 30 misure non sono più parzialmente realizzabili perché l'elevata inflazione ha aumentato i costi inizialmente stimati; 6 misure non sono più parzialmente realizzabili a causa delle interruzioni della catena di approvvigionamento; 7 misure non sono più parzialmente realizzabili a causa dei cambiamenti nella domanda del mercato derivanti da cambiamenti nelle condizioni di mercato, inclusi i costi più elevati che influiscono sulle procedure di appalto; 1 misura non è più parzialmente realizzabile a causa della mancanza di domanda; 43 misure sono state modificate per attuare alternative migliori al fine di raggiungere l'ambizione originaria della misura; 3 misure non sono più realizzabili nei termini specifici previsti nel PNRR originario a causa di nuove circostanze impreviste. La nuova Missione 7 relativa al REPowerEU comprende 5 nuove riforme e 17 investimenti. Cinque investimenti erano già presenti nel PNRR iniziale e sono stati ampliati e ricondotti nella Missione 7. Il capitolo REPowerEU comprende anche misure ampliate che interessano 4 misure nell'ambito delle componenti M1C1, Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA, e M2C2 , Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile.

Nel PNRR modificato sono state inoltre apportate correzioni di errori materiali che riguardano 25 misure.

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