L’iniziativa NGEU canalizza notevoli risorse verso Paesi quali l’Italia che, pur caratterizzati da livelli di reddito pro capite in linea con la media UE, hanno recentemente sofferto di bassa crescita economica ed elevata disoccupazione. Il meccanismo di allocazione tra Stati Membri riflette infatti non solo variabili strutturali come la popolazione, ma anche variabili contingenti come la perdita di prodotto interno lordo legato alla pandemia. I fondi del NGEU possono permettere al nostro Paese di rilanciare gli investimenti e far crescere l’occupazione, anche per riprendere il processo di convergenza verso i Paesi più ricchi dell’UE.
L’accesso ai finanziamenti del dispositivo europeo di Ripresa e Resilienza (RRF) è condizionato al fatto che i Piani nazionali (PNRR) includano misure che concorrano concretamente alla transizione ecologica per il 37% delle risorse e che, in nessun caso, violino il principio del Do No Significant Harm (DNSH), ossia non devono arrecare un danno significativo all’ambiente (Regolamento UE 2021/241).
Gli interventi del PNNR non devono arrecare danno a nessuno dei seguenti obiettivi ambientali:
- mitigazione dei cambiamenti climatici;
- adattamento ai cambiamenti climatici;
- uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine;
- transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti;
- prevenzione e riduzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua o del suolo;
- protezione e ripristino della biodiversità e della salute degli eco-sistemi.
Il nuovo PNRR modificato con Decisione del Consiglio UE l'8 dicembre 2023 ammonta a 194,4 miliardi di euro (122,6 miliardi di prestiti e 71,8 miliardi di sovvenzioni) e comprende 66 riforme, sette in più rispetto al piano originario, e 150 investimenti. Rispetto alla dotazione iniziale di 191,5 miliardi, l'aumento è dovuto a 2,76 miliardi come contributi a fondo perduto (sovvenzioni) per la realizzazione del RePowerEU e 145 milioni a seguito dell'aggiornamento del contributo finanziario massimo.
È stata prevista una nuova Missione 7 dedicata al REPowerEU. La Missione 7 contiene cinque nuove riforme e 12 nuovi investimenti volti a conseguire gli obiettivi del piano REPowerEU per rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossi russi ben prima del 2030. Sono inoltre stati previsti cinque investimenti rafforzati nell'ambito di misure pre esistenti.
Il PNRR comprende 145 misure nuove o modificate, tra cui quelle del capitolo dedicato a REPowerEU. Le modifiche al PNRR dovute a circostanze oggettive riguardano 96 misure: 30 misure non sono più parzialmente realizzabili perché l'elevata inflazione ha aumentato i costi inizialmente stimati; 6 misure non sono più parzialmente realizzabili a causa delle interruzioni della catena di approvvigionamento; 7 misure non sono più parzialmente realizzabili a causa dei cambiamenti nella domanda del mercato derivanti da cambiamenti nelle condizioni di mercato, inclusi i costi più elevati che influiscono sulle procedure di appalto; 1 misura non è più parzialmente realizzabile a causa della mancanza di domanda; 43 misure sono state modificate per attuare alternative migliori al fine di raggiungere l'ambizione originaria della misura; 3 misure non sono più realizzabili nei termini specifici previsti nel PNRR originario a causa di nuove circostanze impreviste. La nuova Missione 7 relativa al REPowerEU comprende 5 nuove riforme e 17 investimenti. Cinque investimenti erano già presenti nel PNRR iniziale e sono stati ampliati e ricondotti nella Missione 7. Il capitolo REPowerEU comprende anche misure ampliate che interessano 4 misure nell'ambito delle componenti M1C1, Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA, e M2C2 , Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile.